
ROMA – La rivoluzione Nft (acronimo di Non fungible token) da qualche mese ha cambiato il mercato dell’arte contemporanea e sta iniziando a cambiare quello della musica, ridisegnando il panorama e rompendo gli equilibri. Già diversi musicisti, in particolare in ambito rap e R&B, si sono lanciati in questa nuova forma di creazione: da A$AP Rocky, che ha reso disponibile la sua prima collezione NFT su Nifty Gateway, a The Weekend, che ha battuto all’asta alcuni artwork e canzoni inedite proprio qualche giorno fa per una cifra complessiva di oltre 2 milioni di dollari.
In Italia i primi a muoversi su questo terreno sono gli artisti di BHMG, la società fondata da Sfera Ebbasta, Shablo e Charlie Charles, che, assieme a Gué Pequeno, dalla prossima settimana inizieranno a presentare le loro collezioni: “BHMG, da sempre attenta alle trasformazioni nell’ambito dell’innovazione musicale e tecnologica, è il primo collettivo artistico italiano a portare questa novità sul campo in maniera strutturata, cavalcando l’onda dirompente della tokeneconomy-, ci dice Pablo Miguel Lombroni Capalbo, decisamente più noto come Shablo, musicista, produttore, dj, manager e discografico italo-argentino, punto di riferimento per la musica urban italiana dell’ultimo decennio-. La blockchain, che di fatto rimuove gli intermediari, è a nostro avviso un nuovo principio di ridistribuzione democratica in tutti gli ambiti, innovativo, ma soprattutto tracciabile e trasparente. La musica, che è l’arte immateriale per eccellenza, ma anche ogni visual o oggetto digitale adesso ottiene la sua tracciabilità unica”.
L’Nft permette di individuare l’unicità di un’opera digitale, mette insieme arte e nuove tecnologie, trasforma quello che era inafferrabile in unico, consente la creazione di “originali” in un mondo di copie identiche. E consente agli artisti di proporsi in modi inediti e nuovi, “L’esempio di Sfera Ebbasta è chiaro”, dice Shablo, “un ragazzo che arriva dalla periferia che fino a pochi anni fa era sconosciuto e oggi grazie allo streaming digitale ha un’influenza reale sul mercato discografico. In un mondo dove per emergere prima ci volevano imponenti investimenti economici, oggi la sua arte non è data solo dalla sua musica ma dalla forza che gli viene riconosciuta dal pubblico. Grazie a questa forza siamo davanti ad un nuovo inizio in termini di digital art, economica e di branding, siamo il primo collettivo che si affaccia al cryptoworld consapevoli dell’innovazione che porteremo”.
I quattro offriranno quindi opere d’arte diverse, digitali, “ogni artista presenterà il suo Nft”, dice ancora Shablo, “sarà un mix di musica, arti visive, quadri digitali, videoclip, dietro ogni Nft ci sarà un concetto, una storia, opere uniche o edizioni limitate”. Il valore non sarà quindi legato strettamente all’opera, ma al suo creatore, un po’ come fece David Bowie quando lanciò i suoi “Bowie Bonds” nel 1997, delle obbligazioni decennali che utilizzavano la proprietà intellettuale dei primi 25 album dell’artista inglese come garanzia. Solo che ora si tratta di opere originali, create appositamente per il nuovo mercato digitale, opere dell’ingegno che, nel pieno dell’era dell’accesso, puntano sul possesso di “oggetti” immateriali, che hanno valore per la popolarità e il successo degli artisti che li creano.
Quindi parliamo di un nuovo modo di redistribuzione delle economie legate alla musica che bypasserà le piattaforme e le case discografiche? Sarà un nuovo modo di concepire la proprietà intellettuale? “E’ un cambiamento inevitabile, pari alla quinta rivoluzione industriale. Stiamo ridefinendo i confini all’interno di uno spazio che è stato completamente libero e senza regole. Sono convinto che i nostri grandi partner discografici italiani, così come già avvenuto all’estero, ci seguiranno in questa transizione epocale, saranno nostri interlocutori anche su questo”, continua Shablo, “Questa è la direzione oggi, la nostra scommessa è quella di metterci in gioco: siamo pronti ad abbracciare la dirompenza del mercato digitale a più livelli. Un artista adesso è così rilevante che può influenzare addirittura i mercati finanziari, una volta lo facevano solo i politici e i banchieri, oggi può farlo un rapper di periferia”.
E’ una moda momentanea, una bolla destinata a scoppiare? “Ovviamente l’entusiasmo di oggi sarà destinato a scemare, ma è evidente che nel mondo della musica si investe sulle proprietà intellettuali, nei grandi cataloghi digitali, è una realtà in completo movimento e gli artisti devono essere tra quelli che definiscono le regole del mondo che verrà. Voglio dire che per essere in questo nuovo scenario non basta tradurre l’analogico in digitale, bisogna avere un mindset completamente digitale per comprendere le possibilità infinite di questa nuova visione del mondo. A qualcuno piacerà, ad altri no, ma l’evoluzione non si ferma”.
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